“…ci vuole coraggio, nel ’94 ad essere Baggio”
Torna la rubrica ‘El Diez’ di Fischio d’Inizio; protagonista del mese di Giugno? Roberto Baggio, ex calciatore simbolo della Commedia del Calcio italiano degli anni ’80, ’90, ‘2000.
Chiamato anche Raffaello, in virtù dell’eleganza del suo stile di gioco, e Divin Codino, per la caratteristica coda di cavallo in cui raccoglieva i capelli, Roby Baggio è considerato uno tra i migliori giocatori della storia del calcio. Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, è il settimo realizzatore del campionato di Serie A con 205 gol. Prolifico anche in nazionale, con 27 reti in 56 partite, è quarto tra i migliori realizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero; inoltre, con nove gol realizzati nei Mondiali, è il miglior marcatore italiano nella competizione iridata (a pari merito con Paolo Rossi e Christian Vieri), nonché l’unico ad avere segnato in tre diverse edizioni.
Quando si vuole descrivere lo stile di Baggio, si usa il termine fantasista: un uomo che sapeva combinare le tecniche di base e l’eleganza nei tocchi con un’intelligenza di gioco fuori dal comune. Era in grado di ricoprire vari ruoli: seconda punta, trequartista, prima punta, centravanti di manovra (solo nel 4-4-2), attaccante esterno e nove e mezzo, così descritto da Platini, negli anni trascorsi assieme alla Juventus.
Pezzo forte? Sicuramente l’esecuzione di calci piazzati, assist e rigori. Nonostante la sua precisione chirurgica, fu uno dei boia della nazionale ai Mondiali del ’94: a causa di quel rigore sbagliato, l’Italia perse la finale contro il Brasile.
Uomo anche molto impegnato sul sociale, Baggio è un atleta a cui, ancora oggi, molti ragazzi si ispirano.