Per la rubrica ‘In gergo’, Fischio d’Inizio presenta una parola molto usata nel linguaggio colloquiale: ammonizione.
In Italiano vuol dire, sostanzialmente: autorevole rimprovero col quale si preannunciano, in caso di recidiva, misure o provvedimenti disciplinari. Ma, come molte parole, presenta delle sfumature di significato molto sottili:
- Nello sport, l’ammonizione è un avvertimento dato dall’arbitro a un atleta che abbia commesso un’infrazione o tenuto un comportamento scorretto
- Può essere anche un provvedimento di polizia fortemente limitativo della libertà individuale, destinato a salvaguardare dal commettere un reato o da un’eventuale recidiva individui considerati socialmente pericolosi, oggi dichiarato costituzionalmente illegittimo e sostituito con la sorveglianza speciale.
Venendo al calcio, invece, chiamiamo ammonizione con diffida la sanzione disciplinare che l’arbitro mostra ad un giocatore (cartellino giallo o rosso). Ci sono tanti esempi di ammonizioni, anche abbastanza eccessive o clamorose, ma quella che citiamo oggi è una tra le più curiose: la celebre testata di Zidane a Materazzi durante la finale dei mondiali di calcio di Berlino nel 2006 che costò l’espulsione al centrocampista francese.
Di recente, il tecnico francese è ritornato su quell’episodio, dando le sue argomentazioni: “Marco non disse niente di mia madre, ha detto spesso di non aver insultato mia madre ed è vero. Ma ha insultato mia sorella, che in quel momento era con mia madre, che non stava bene”
Le ‘testate di Zizou’ sono molto famose, ma quella è rimasta nella storia del calcio anche per il contesto in cui avvenne.