ALEX DEL PIERO

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Tornano le rubriche mensili di Fischio d’Inizio. ‘El Diez’ di Aprile potrebbe commuovere in molti: sconsigliamo la lettura ai deboli di cuore. Non ha bisogno di presentazioni, il nome parla da sé: Alessandro Del Piero. Destro, sinistro, che differenza c’è? Per Alex nessuna. Era abilissimo a calciare con entrambi i piedi, oltre ad essere un ottimo rigorista e un cecchino sui calci di punizione, per i quali prediligeva «una distanza di venti metri dalla porta e un calcio diretto, senza farsi toccare il pallone da alcun compagno di squadra». Oltre all’essere un attaccante dalle innate doti fantasiste, ciò che ha contribuito a rendere grande il nome di Del Piero è stato lo spirito di sacrificio, in virtù del quale per 90’ minuti lottava assieme ai compagni. Pinturicchio. Così lo chiamava l’Avvocato Gianni Agnelli, presidentissimo della Juventus nel periodo compreso tra il 1947 e il 1954, squadra che ha amato alla follia e di cui è diventato bandiera indiscussa. Nella nazionale azzurra, nonostante abbia brillato meno che con la maglia juventina, ha conquistato un oro ai Mondiali del 2006 e un argento ai Campionati Europei del 2000. Tra club e nazionale, Del Piero ha collezionato 777 presenze e 316 reti totale. In conclusione, cari lettori, voglio regalarvi una tra le più celebri frasi pronunciate da Del Piero per spiegare la scelta di rimanere in bianconero anche al momento della retrocessione i B per i noti fatti di Calciopoli: “Un cavaliere non lascia mai la sua Signora”.