PILLOLE DI STORIA E GEOGRAFIA di Massimiliano Carcione

0

Pillole di Geografia e Storia

LA VIA FRANCIGENA SULLA VIA LATINA.

Nel medioevo le 7 crociate che l’occidente intraprese in oriente rispolverarono fasci di antichi percorsi utilizzati in epoche precedenti, trasformandoli non solo in rotte dei cavalieri inviati in battaglia ma anche in vie commerciali che univano l’Europa occidentale a Gerusalemme. Da un punto di vista più prettamente religioso nacquero e si diffusero i percorsi di pellegrinaggio, “pubblicizzati” dal cristianesimo come processi di fede, di espiazione, di conoscenza interiore attraverso il cammino. Fu così che Santiago, Roma e Gerusalemme divennero le mete massime per i fedeli europei.
Tralasciando il percorso iberico di Santiago, Roma fu meta di pellegrini che a partire dal IX sec d.c. dalla Terra dei Franchi raggiungevano la tomba di S.Pietro a Roma.
Il percorso fu descritto da Sigerico, vescovo di Canterbury che nel 990 partí alla volta di Roma ricevuto dal Papa. Tale percorso fu ufficializzato con il termine di Via Francigena nel XII sec.
Molti pellegrini che seguivano questa rotta non si arrestavano a Roma ma proseguivano verso Gerusalemme seguendo i percorsi dei crociati.
La descrizione ufficiale del tragitto da Roma a Gerusalemme fu effettuata per la prima volta dall’abate benedettino islandese Nicolas da Munkathvra. Dal 1151 al 1154 il religioso compì un viaggio incredibile dal monastero islandese di Thingor fino a Gerusalemme, riportando con abbondanza di particolari geografici il percorso nel suo libro “Itinerari”. Dall’Islanda l’abate si imbarcò e approdò prima in Norvegia ed in seguito in Danimarca per poi risalire il Reno in Germania e raggiungere la Svizzera. Di lí seguí sostanzialmente il percorso Francigeno diffuso da Sigerico fino a Roma. Nella sua prosecuzione meridionale l’abate descrisse il percorso da lui scelto della Via Latina e indicò anche quello alternativo dell’Appia, più prossimo alla linea di costa ma non selezionato per la presenza delle paludi insalubri pontine. Nel suo racconto comparirono dunque città ciociare come Ferentino, Ceprano e Aquino, tappe intermedie che permisero all’abate benedettino di fare visita ad una meta obbligata: l’abbazia di Montecassino. Di lí raggiunse Capua e proseguí per Benevento. Da Benevento la rotta segue l’Appia Traiana fino a Troia, cittadina da cui si raggiunge Monte S.Angelo (Foggia) o da cui si dipartono altri rami che conducono a Brindisi e S.Maria di Leuca. Il percorso scelto dell’abate fu il secondo tra i descritti: da Brindisi si imbarcò facendo tappa in Grecia per poi dirigersi in Terra Santa attraverso l’Egeo. Un viaggio impressionante che collega l’isola piú remota d’Europa, la terra del fuoco e del ghiaccio islandese a Gerusalemme. La Via Francigena e il suo proseguimento a sud di Roma, impropriamente detto Francigena del Sud e impostato sulle antiche vie consolari romane, sono stati candidati a patrimonio dell’Unesco per il 2023. La speranza è che tale affascinante cammino sia valorizzato e che contribuisca al rilancio turistico di molte bellissime aree geografiche interne italiane, molte delle quali economicamente depresse.

Massimiliano Carcione
In basso: la Via Francigena coincidente con la Via Latina ad Aquino.
Il percorso “settentrionale” della Via compiuto da Sigerico da Canterbury a Roma nel 990 d.c.
Il percorso “meridionale” della Francigena compiuto dall’islandese Nicolas da Munkathvra nel 1151-1154 d.c.
L’intero percorso Dall’Islanda a Gerusalemme seguito dall’abate benedittino