PILLOLE DI MITOLOGIA

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-PILLOLE DI MITOLOGIA-

Grazie, Federica Acierno!
Grazie, Acea!
Grazie, Roma!

Sembra un paradosso all’italiana, eppure, proprio grazie ad un impianto fognario vecchio e malfunzionante, all’insistenza per la sua manutenzione e al certosino lavoro di un team diretto dall’archeologa Federica, l’area Parco Scott, tra la Cristoforo Colombo e l’ Appia Antica, la settimana scorsa, ci ha riconsegnato sub solis luce una statua marmorea a grandezza naturale che, data la presenza della clava e della leonte’ (pelle di leone che ne copre la testa) si identifica con Ercole, primo uomo a diventare Dio dell’ Olimpo.

Ercole, è una tra le più famose figure della mitologia romana, che si conforma al culto del greco Eracle, introdotto dai coloni greci presso i popoli latini e modellato sul culto etrusco dedicato a Hercle.

Si narra che fosse nato il 12 agosto, tanto che le danze e i canti del suo culto, si intensificavano notevolmente durante il mese di agosto.

Ercole, venerato come dio Guerriero, protettore dei commerci e custode della transumanza delle greggi, era figlio di Giove e della regina terrena Alcmena ed era noto a tutti per la sua imparagonabile forza che derivava dal fatto che Giove, gli avesse fatto bere il latte divino di Giunone, mentre lei dormiva.

Divenuto uomo, sposo’ la mortale Deianira, con la quale, durante una delle due imprese, fu costretto ad attraversare un fiume tumultuoso.
Ercole riuscì ad attraversarlo da solo, mentre, la giovane sposa, fu rapita dal traghettatore Nesso.

Ercole, accortosi dell’ oltraggioso gesto, furente ed offeso, scaglio’ una freccia avvelenata col sangue dell’Idra verso il centauro che, in fin di vita ormai, offri’ a Deianira, per vendicarsi dell’ offesa mortale, il proprio sangue spacciandolo per un potentissimo filtro d’ amore.

Quando Ercole, affaccendato in altre storielle amorose, smosse la gelosia di Deianira, quest’ ultima decise di legarlo a sé con il potente filtro d’ amore offerto da Nesso: fu così che gli regalo’ una tunica intrisa del sangue del traghettatore e, immediatamente, Ercole fu avvolto da dolori lancinante, ai quali preferì la morte.

I suoi dolori erano così esagerati ed inguaribili che Giove, impietosito dal suo truce destino, gli concesse l’ immortalità con la morte terrena e lo condusse, come un Dio, sull’ Olimpo.

Particolarmente forte fu la sua presenza nel territorio laziale.
Virgilio stesso, nell’ Eneide, ci racconta l’origine del culto italico narrando che Ercole, di ritorno dalla Spagna con la sua nutrita mandria, fece sosta sull’ Aventino, infestato dal mostruoso Caco, uno spietato essere scimmiesco che rubava le greggi ai pastori e vessava le popolazioni con angherie e cattiverie.
Caco, rubo’ la mandria di Ercole e la rinchiuse in un anfratto buio ed angusto trascinandole per la coda all’ indietro , in modo da disseminare le tracce…. Ercole, con il suo fischio distintivo, riuscì a farsi intercettare da un animale della sua mandria, scopri’ il nascondiglio, si riapproprio’ dei suoi animali ed uccise il mostro.

Grati per averli liberati dalle vessazioni di Caco, gli abitanti del luogo decisero di impegnarsi nel culto di Ercole da quel momento e per molte generazioni dopo.

Ecco, quindi, riassunta l esistenza del primo uomo divenuto Dio, che ha ispirato tanti uomini vu a emularlo nelle vesti, nelle fattezze e nei costumi.

Federica Acierno, dicci: questo Ercole rinvenuto, chi è????

Daniela Venditti