PILLOLA DI MUSICA di Alessandra Fusco

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PILLOLA DI MUSICA đŸŽ¶: RACCOLGACI UN’UNICA BANDIERA

È sin dalle prime sue note che il cuore di ogni italiano comincia a battere con esse all’unisono.
A pochi giorni dalla “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, nella quale si celebra la proclamazione del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861, la nostra rubrica musicale non poteva non dedicare qualche riga all’inno nazionale italiano.
Il “Canto degli Italiani”, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, nacque in un clima di fervore patriottico, preludio alla guerra contro l’Austria.
Le parole richiamano l’umiliazione di un popolo sottomesso, invaso dallo straniero, un popolo diviso che non ha Patria. Ma, in quelle stesse parole, emerge il desiderio di rivalsa, di fraternità, la speranza di camminare insieme sventolando un’unica bandiera.
Il brano debuttĂČ il 10 dicembre 1847 a Genova, durante la commemorazione della rivolta del quartiere Portoria contro gli occupanti asburgici, divenendo immediatamente simbolo di rivoluzione e inno durante i moti insurrezionali e le guerre d’indipendenza, sebbene proibito in quanto scritto da un repubblicano.
Soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, con l’Italia oramai divenuta una repubblica, le note del “Canto degli Italiani” ritornarono a riecheggiare: il 12 ottobre 1946, il brano di Mameli fu scelto come inno nazionale, benchĂ© provvisorio.
Una provvisorietĂ  che ha generato, nei decenni successivi, stonature e dissonanze di voci fuori dal coro che avrebbero preferito altri brani a simbolo del Belpaese, sino a quando, il 4 dicembre 2017, con la Legge nÂș 181, il Parlamento ha concesso al “Canto degli Italiani” lo status di inno nazionale di diritto.
Un canto non scevro da critiche, alcune a ragion veduta, come il forte richiamo al nazionalismo o l’aspro sapore della rivolta, discordante con gli ideali di pace e di libertĂ , oggi piĂč sentiti. Ma Ăš un inno che evoca l’idea di appartenere a un’unica bandiera, e di guardare lo stesso cielo con lo stesso nome.

Alessandra Fusco

A sinistra il testo completo dell’inno nazionale e a destra una delle sue prime pubblicazioni, conservata nel museo di Genova.