La chiesa di Santo Spirito e l’ex collegio dei Gesuiti
Dopo la morte del duca Giacomo Boncompagni, il suo testamento di 300 ducati fu ereditato da sua moglie: la duchessa Costanza Sforza Boncompagni. Con il lascito fece edificare la chiesa di Santo Spirito nel centro città. L’abside fu posizionata a nord ovest e l’ingresso principale in uno stretto passaggio ricavato tra il collegio e la chiesa. Ancora oggi è presente un edificio addossato alla chiesa collegato attraverso un cammino rialzato. Per il volere del vescovo Girolamo Giovanelli, nel 1614, vi furono traslate le ossa del martire Giuliano. A partire dal XVII secolo furono eseguiti dei lavori per modificare la struttura secondo una soluzione gesuitica. Inizialmente era costruita da un alternarsi di cappelle maggiori e interassi minori con i confessionali, con un pieno nell’asse trasversale. Il vescovo Gabriele De Marchis nel 1727 consacrò l’altare maggiore. Il soffitto il legno venne cambiato con una volta a botte affrescata nella seconda metà dell’Ottocento. È frutto di una sistemazione del secondo dopoguerra l’attuale prospetto. Per il volere dei Boncompagni, il collegio fu costruito, in varie fasi, nel luogo dove si trovavano gli edifici dell’ospedale romano di Santo Spirito. La costruzione dell’intero complesso fu completata nel 1723 ridimensionando gli ambienti del collegio, spostando di 180 ° l’abside della Chiesa e portando a quattro il numero di cappelle. Per la sua costruzione fu adoperato anche del materiale proveniente dal tempio di Serapide. Circa nella seconda metà del XIX secolo l’edificio divenne palazzo Comunale.