Non era mai stata capace di mettersi a nudo, di rendere la sua anima trasparente.
O, forse, semplicemente, la sua era una difesa.
Aveva indossato una corazza impenetrabile, aveva innalzato un muro invalicabile tra sé e le emozioni.
Ma c’era un momento nel quale ogni difesa veniva annientata…
La sua mano esile poggiata allo specchio e la sua immagine lì riflessa.
Lei e se stessa, una fronte l’altra, occhi negli occhi.
E, in quel momento, non poteva nascondersi, non poteva fingere; non poteva non riconoscere la realtà e non ammettere di essere travolta dalle emozioni.