VETRINA LETTERARIA: L’ANIMA NEL VECCHIO BAULE di ORIETTA BOSCH

50

Aprendo il grosso e pesante coperchio di quel vecchio baule, che avrebbe dovuto andare al
macero, mi accorsi che c’erano incise le mie iniziali e quelle di mio marito (B.O. e C.D.), nonché
una data, il 1848. Sulla carta, con lo stemma fiorentino, molto rovinata, che rivestiva il suo interno,
erano disegnate delle immagini assai sbiadite e, tra le iniziali, si intravedeva un velo da sposa. Non
sapevamo da dove provenisse, ma avevamo scoperto che era un baule nuziale. Sistemando le
immagini misteriose, trovammo la mappa dell’Istria. Del 1848 rimangono pochi documenti, ma si
sa che in quel periodo l’Istria dipendeva da Trieste ed era parte dell’Impero Asburgico. Iniziai le
ricerche storiche per curiosità, mi intrigava troppo scoprire il luogo di origine del baule e ricostruire
il significato delle immagini che conteneva. Ma, pur osservandole tutte attentamente, non
riuscimmo a capire subito da quale partire, così iniziai dal velo da sposa. Sì, forse dovevo partire
proprio da lì… da una sposa istriana del 1848, una sposa triste che sposa non sarà mai … da lei
inizia questa saga famigliare, intrisa di gioie, dolori, storia e come in tutti i miei libri la grande forza
della vita che ci insegna a superare le prove che essa ci pone. Le immagini scritte con la china
all’interno del baule rappresentano momenti di vita, disegnati da più mani nell’arco di questi 2
secoli, immagini di partenze e di arrivi legate da un’unica speranza : La Pace. La saga termina
con l’ultima immagine,che ritrae un carro tirato da un mulo, pieno di bauli: si tratta sicuramente
dell’esodo Istriano, Giuliano, Dalmata verso l’Italia, fuga per evitare di essere uccisi dall’esercito
della neo nata: Yugoslavia, in quanto Italiani. Per mesi studiai la storia, cercando di accostarla ai
disegni, ma mancava qualcosa: la testimonianza di vita vissuta. Non potevo uscire dagli schemi
della mia scrittura, che si basa sulla realtà, quindi raccolsi diverse testimonianze di esuli istriani,
che vivono nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia. Dopo mesi di impegno, riuscii a scrivere
questo romanzo che parte dall’Istria del 1848, fino ad arrivare all’esodo avvenuto dopo la seconda
guerra mondiale. Una vicenda intensa, costruita attraverso la mia fantasia, la storia, i racconti veri
e l’interpretazione dei disegni, rimasti segreti fino ad oggi, che mi chiedevano di dar loro vita. Lo
feci con il cuore, perché dentro quel baule c’era un’anima, che mi domandava di raccontare la sua
storia. Ricordiamoci che la storia si ripete per cui dobbiamo vivere intensamente il nostro tempo,
come in questa storia: C’ è un tempo per partire e uno per tornare. C’è un tempo per sbagliare, uno
per rimediare. C’è un tempo per tergiversare, uno per decidere. C’è il tempo passato, il tempo che
verrà, il tempo perso. E poi c’è il tempo più importante: Il tempo di ora, viviamolo, perché il tempo
non aspetta tempo, e la vita passa, senza aspettare i tuoi tempi.